Meglio dodici buoni che quattordici cattivi
Dodici è meglio di quattordici è male. Ieri ho fatto un pasticcio con una doppia pagina (come suona). Mi piace fare le pagine o visualizzarle a due a due, perché quando si gira una pagina, anche se non ci piace, si vedono le due successive e anche se il lettore fa la sua parte e focalizza la sua attenzione sulle vignette in ordine di lettura, quello che vede è una doppia pagina.
Avevo deciso di lavorare su due delle prime pagine della storia. Consistono in un disegno che comprende i due e due pannelli sulla seconda pagina. Presenta persone della strada, che non hanno alcuna rilevanza nella storia, ma che accompagnano le meditazioni del protagonista.
Ho fatto ogni disegno due volte, ma quando li ho messi insieme, per visualizzare come funzionavano insieme, non ero convinto. Oggi non sapevo se iniziare con un’altra nuova pagina o darle un’altra svolta. Penso che sarebbe stato un errore andare avanti con nuove pagine, perché queste pagine mi dicevano che c’era un problema e non potevo voltargli le spalle perché lo stesso problema si sarebbe ripetuto nelle pagine successive. Quello che è successo è che erano molto «sporchi». Non si capiva niente, tutti i personaggi della scena avevano la stessa presenza. Non sapevi dove guardare. Alla fine ho deciso di dare meno presenza a quelle secondarie, indicando al lettore dove sta la cosa importante. Mi permette anche di giocare con spot molto belli che, senza essere definiti, vengono compresi nel loro contesto.